Il nostro ruolo

Durante le prime settimane di emergenza, in una situazione surreale che non ha avuto precedenti dal dopoguerra e in cui mai avremmo pensato di trovarci, Fitzcarraldo si è interrogata sul proprio ruolo all’interno del dibattito culturale. Partendo dalla propria visione ha elaborato un documento con l’obiettivo di portare all’attenzione del Governo il tema dei lavoratori del mondo cultura “invisibili” ovvero con forme contrattuali particolari che non erano oggetto di ricognizione e di specifici interventi di sostegno.

La frammentazione del mondo culturale, composto in larga parte da piccole e micro imprese e caratterizzato da forme contrattuali precarie, costituisce una tassonomia difficile da far rientrare nei provvedimenti di aiuto e sostegno in fase di crisi, necessari tuttavia per la salvaguardia di questo ecosistema. Il D.L. 18/2020 “Cura Italia” del 17 marzo denotava tutta la difficoltà dei decisori nell’interpretare le molteplici necessità del comparto. Per questo la Fondazione ha ritenuto indispensabile supportarli nell’individuazione di aree di esclusione sarebbero potute emergere nei provvedimenti di sostegno e aiuto.

Un modo per far tesoro del tempo di sospensione per immaginare un futuro più sicuro a tutti coloro che con grande passione e sacrificio lavorano in questo settore.
La riflessione sul documento è stata portata avanti nella tappa del 2020 di ArtLab Bergamo, nel corso dell’incontro Le professioni culturali: riconoscimento, tutele e diritti. Obiettivo della sessione era individuare modalità, contenuti e perimetro di un percorso istituzionale di ascolto attraverso il quale Parlamento, Governo e INPS potessero definire un quadro di riferimento normativo complessivo, a partire dal riconoscimento del valore centrale delle professioni culturali per la qualità della vita e uno sviluppo economico sociale sostenibile.