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In occasione dei 10 anni della Fondazione Fitzcarraldo, il Museo Carlo Zauli ha prodotto in esclusiva per Fitzcarraldo due edizioni limitate dello sculture Carlo Zauli - La Stele e il Quadrifoglio - che possono ESSERE ACQUISTATE per sostenere le attività della Fondazione.
La vendita delle opere di Carlo Zauli è senza fini di lucro. Fondazione Fitzcarraldo destinerà il ricavato al fondo di dotazione, all'istituzione di una borsa di studio a favore di una residenza di un giovane artista presso il Museo Carlo Zauli di Faenza e alla copertura dei costi di produzione. Le opere sono a tiratura esclusiva e limitata corredate di certificato di autenticità rilasciato dal Museo Carlo Zauli.
INFORMAZIONI SULL'ACQUISTO
Simona Martini (Fondazione Fitzcarraldo)
tel. 011.5099317
email: simona.martini@fitzcarraldo.it
"Stele-Onda" 1972 grès cm 38,5 X 13 X 13 |
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€ 860 iva inclusa Destinati a: - 58% donazione al fondo di dotazione di Fondazione Fitzcarraldo - 17,5% alla formazione di un giovane artista - 24,5% alla produzione e diritti dell'opera |
"Quadrifoglio" 1969 grès cm 13 X 15 X 14 |
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€ 360 iva inclusa Destinati a: - 45% donazione al fondo di dotazione di Fondazione Fitzcarraldo - 55% alla produzione e diritti dell'opera |
La quota versata dall'acquirente comprende una parte destinata al fondo di dotazione della Fondazione Fitzcarraldo in forma di donazione, a fronte della quale la Fondazione Fitzcarraldo rilascia una ricevuta. Per il resto dell'importo sarà rilasciata una fattura.
Carlo Zauli è considerato uno dei maggiori scultori ceramisti del Novecento: dal 1958, quando realizza il grande fregio per la reggia di Baghdad, vede la propria fama crescer continuamente, fino a spingersi, tra gli anni Settanta e Ottanta, a tutta l'Europa, il Giappone, l'America del Nord. Le sue opere sono presenti in trentanove musei in tutto il mondo. Nel 1971, a seguito di due commissioni prestigiose ricevute da Rosenthal e Motta, Zauli perfeziona alcuni prototipi pensati per essere realizzati in edizioni di un numero limitato di esemplari.
"C'è un primo periodo con elementi più costruiti geometricamente, poi una fase di strutture strappate, violentate e poi il più recente, con modulazioni sensibili e molto vicine alla natura". Così Carlo Zauli, identificando le linee principali di lavoro della stagione che dai primi anni Sessanta lo conduce, nel decennio successivo, a essere identificato come una delle figure eminenti dell'allora giovane scultura italiana.
Il suo percorso si è in realtà avviato ben prima, nel cuore di quegli anni Cinquanta che potrebbero ben dirsi, per la cultura artistica italiana, formidabili.
E' cultura d'artefice, la sua: da faentino, è cultura di terra e di plasticare. E' un'acquisizione progressiva di capacità tecniche e di pensiero del fare. Contemporaneamente, è un crescere entro il perimetro del dibattito sull'integrazione delle arti che le Triennali milanesi e il magistero di Gio Ponti e della sua "Domus" vanno delucidando e restituendo ai termini vivi dell'arte, sulla scorta dell'indicazione luminosa di Le Corbusier, in cerca della "création d'une ambiance physique qui satisfasse les besoins émotifs et matériels de l'homme en stimulant son esprit".
Cultura d'artefice, appunto, in un clima, quello delle scuole e dei laboratori di Faenza, che vede il transito e l'incrocio di figure eminenti, come il Lucio Fontana che lavora alla tomba Melandri e giovani come Nanni Valentini e Giuseppe Spagnulo: che, dunque, da subito s'intride dello scambio critico alto tra ciò che vien detto - nelle ormai sclerotiche categorie critiche d'allora - arte applicata, e ciò per cui monta in uso il termine ricerca pura. Ben nota da subito, d'altronde, Giulio Carlo Argan che "dell'opera di Zauli non ha proprio senso chiedersi se sia scultura o arte fittile, come se il significato delle forme dipendesse dalle materie e dai procedimenti con cui si realizzano".
da "Carlo Zauli, scultore di Flaminio Guardoni"
Il 4 giugno 2009, in occasione della mostra "Carlo Zauli, scultore" che il Museo Carlo Zauli ha allestito a Palazzo Bricherasio, Torino (dal 15 maggio al 14 giugno 2009) Fondazione Fitzcarraldo ha organizzato una serata speciale per presentare i multipli "Stele - Onda" e "Quadrifoglio". Sono intervenuti due importanti artisti della scena torinese, il musicista Martin Mayes e l'attore Eugenio Allegri che hanno prestato gratuitamente a Fitzcarraldo la loro opera artistica per un reading musicale. Matteo Zauli che ha condotto una personale visita alla mostra in corso.
Un aperitivo di apertura è stato offerto da Meeting Service Catering onlus e i vini dai produttori vitivinicoli Gianni Gagliardo e Bava.